La nebbia

09

Nov
2023

San Martino: tradizioni rurali, contadine e religiose

Si avvicina la festa di San Martino, celebrata l’11 novembre che tradizionalmente viene chiamata estate di San Martino per le giornate dal clima mite ed assolato che la caratterizzano. A Parma si celebra con un tipico piatto di gnocchi e con il vino novello.

A San Martino il gusto è contadino a Parma tra vino novello, gnocchi e dolci della tradizione

Come sospesi nel tempo, fluttuanti ed eterei, i paesaggi del territorio parmigiano, costellati di agriturismi e castelli, emergono dalla nebbia per lasciarsi incoronare dalle sfumature dell’autunno che nell’estate di San Martino 2023 si fanno più vivaci. È questo il periodo più ghiotto della stagione del foliage per assaporare i frutti della terra e della tradizione contadina, che a Parma svela prelibatezze.

Gnocchi al pomodoro, Osteria dei MascalzoniCastagne arrostite e dolci della tradizione come i biscotti al mosto attirano i passanti lungo le strade della città di Parma e dei borghi, mentre i ristoranti propongono nei loro menu i tipici gnocchi di San Martino, conditi spesso con funghi porcini dell’Appennino Tosco Emiliano o con il ragù ed abbondanti spolverate di Parmigiano Reggiano.

L’11 novembre era la data che segnava la fine dell’anno agricolo. I contadini, dopo il raccolto, si trasferivano in nuovi poderi – di qui anche il detto “fare San Martino”, cioè “fare il trasloco” – e gli gnocchi erano proprio il piatto tipico che trovavano al loro arrivo.

La gnoccata di San Martino è un’usanza che a Parma è rimasta salda nella tradizione e sposa un’altra gustosa consuetudine: aprire le botti del vino novello e partecipare a degustazioni con abbinamenti di prodotti tipici nelle cantine di Parma City of Gastronomy.

È una festa che celebra la convivialità, la generosità della terra, il senso di comunità che si esprime attraverso il cibo. “Per San Martino spilla la botte del buon vino”, questo annuncia il proverbio, che è un invito ad assaporare e a condividere, brindando con il vino nuovo, vendemmiato da poco, magari accompagnato da tipicità antiche come il Sugo d’uva, una sorta di budino d’uva preparato nel periodo della raccolta del frutto nel vigneto di Malvasia e di altre varietà, o con dolci farciti di Cotognata, confettura dolce e densa fatta con le mele cotogne.

Nel cuore di Parma, una lastra marmorea del XII secolo del Museo Diocesano rappresenta San Martino che divide il suo mantello con un pellegrino. È il vescovo di Tours che da giovane soldato, durante una ronda notturna, divise il suo mantello con un mercante seminudo per strada, gesto di solidarietà da cui nacque la sua conversione al cristianesimo. Un significato che ancora oggi lega la festività ad azioni di beneficienza.

 

San Martino divide il suo mantello con un pellegrino. Lastra marmorea del XII secolo, Museo Diocesano Parma

 

 

 

 

 

 

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